6 Nazioni, Joe McDonnell: 'Per crescere il rugby italiano ha bisogno di una struttura di sostegn
Joe McDonnell, head coach del Delta Rovigo Rugby.Che cosa pensa della composizione della Nazionale italiana?
"E' una squadra giovane. E' importante crescere passo dopo passo, in prospettiva della prossima Coppa del Mondo affinché i ragazzi arrivino pronti".
E' noto che l'Italia ha un differente concetto di rugby rispetto ad altre nazioni componenti il Torneo, quali ad esempio Inghilterra e Francia. Ciò premesso, come potrebbero cavarsela gli azzurri con queste compagini?
"L'Inghilterra è forte, ha un allenatore con esperienza, la Scozia adesso gioca bene, Galles ed Irlanda sono squadre quasi ricostituite, anche la Francia, che ha un nuovo allenatore. Dalla prima partita, forse, si potrà capire come si evolverà il torneo, non solo per l'Italia ma anche per le altre nazioni".
Lei proviene dalla Nuova Zelanda, che ha, com'è noto, una forte tradizione nonché forza per quanto riguarda questa disciplina. Anche qui, ci sono forti differenze con l'Italia.
"Sì, è una questione di cultura. Per esempio, in Nuova Zelanda si pratica sempre sport nel sabato e di domenica, inoltre i bambini "hanno sempre la palla ovale in mano"! Intendo dire che si allenano di più. Questo perché il gioco del rugby è praticato anche nelle scuole, mentre in Italia solo nei club. Ma non solo: sarebbe importante, qui in Italia, costituire una struttura di sostegno agli allenatori, mettere a loro disposizione maggiori risorse per insegnare. Bisognerebbe pensare a come sarà il rugby in Italia nei prossimi quindici anni".
Come mai questa fascia di tempo, quindici anni appunto, secondo lei, per poter dare una valutazione?
"Perché si vedrebbero i risultati sugli attuali bambini che iniziano adesso a giocare a rugby e che, fra quindici anni appunto, debutterebbero in prima squadra. Questo se il progetto, di sostegno e risorse per gli allenatori, iniziasse adesso".