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Super Rugby: la ferocia degli Hurricanes travolge i campioni in carica Crusaders


Il 10 marzo si è disputato un derby davvero importante per la città di Wellington, NZ.

Nella “Tortiera”, la Cake Tin, ovvero il Westpac Stadium, si sono fronteggiati Hurricanes, al ritorno da una trasferta di due settimane che li ha visti impegnati con Jaguares e Bulls (vinto e persa), e i Crusaders, vincitori di entrambi i primi round contro Chiefs e Stormers.

Wellington non sembra essere il palcoscenico preferito dai Crusaders. L’ultima volta che hanno vinto lì risale al 2012 e, nella serata di sabato, è stato subito evidente che non sarebbero riusciti a interrompere questa striscia negativa vista la grande ferocia messa subito in campo dagli Hurricanes.

Vivaci, spietati, creativi e connessi. Gli Hurricanes hanno travolto gli avversari, dettando sin da subito un ritmo altissimo. Se era la consapevolezza di giocare in casa, la magia di un importante derby, o la semplice voglia di riscatto dopo due settimane mediocri, non è certo. Fatto sta che qualsiasi sia stato il fattore che ha scatenato la squadra di Wellington ha regalato al pubblico un’epica ed emozionante partita di rugby in cui nessuna delle due squadre voleva cedere di un centimetro.

Alta velocità e grande fisicità sono state le caratteristiche del match. La velocità con la quale entrambe le squadre superavano la linea difensiva avversaria, e gli attacchi multifase, non davano possibilità di prendere aria e gli Hurricanes in difesa placcavano l’uomo spingendolo sempre più indietro.

Ogni uomo in maglia gialla ha portato avanti l’ovale (105 carries) con grande impatto e soprattutto direzione. Ardie Savea, Chris Eves (autore della prima meta Hurricanes da touche) e Brad Shields, alcuni fra i ball carrier che più hanno spiccato al Westpac Stadium.

I Crusaders sono stati letteralmente travolti dagli avversari che hanno monopolizzato il gioco per i primi 30 minuti, segnando 21 punti a 0, mentre Ryan Crotty e Sam Whitelock sono stati costretti a lasciare il gioco perché colpiti duro entrambi alla testa. Perdere capitano e vice-capitano al primo tempo ha decisamente avuto un forte impatto a livello mentale per il team in maglia rossa.

E’ stato solo spettacolo-Hurricanes. Galvanizzati da tantissima energia, con o senza l’ovale, sono stati capaci di fare le scelte migliori su come usare lo spazio in modo sapiente e sfruttare al meglio ogni opportunità. Hanno giocato con profondità e ritmo, cambiando il punto di attacco anche adattandosi al momento opportuno- fra tutti si è distinto Jordie Barrett, ad estremo e al suo secondo rientro dopo un infortunio, che con le sua splendida corsa angolata e un meraviglioso offload ha creato l’occasione per spingere il compagno TJ Perenara in meta.

E quasi subito dopo ci ha pensato Beauden Barrett (alla sua 100esima partita in maglia Hurricanes) a consegnare l’ovale con perfetto timing all’ala Ben Lam, ex giocatore di Rugby7, la cui corsa per la meta è stata inarrestabile.

I Crusaders, invece, non riuscivano a tenere né il gioco né l’ovale e sono stati puniti per ogni errore commesso. Dopo la loro prima meta al 29’, nata da una buona corsa del dinamico tallonatore Cody Taylor che passa la palla al pesante Mataele, il quale schiaccia vicino la bandierina, i Crusaders regalano 5 facili punti agli avversari facendosi intercettare un calcio dell’attento Proctor. Quattro mete a una.

I campioni in carica, nonostante tutto, non hanno mai dato cenno di voler mollare o piegarsi agli avversari e, chiuso il primo tempo con una meta da maul di Jordan Taufua 26-12, segnano di nuovo al 54’ quando Glenn Newman al TMO conferma la meta di Ala’alatoa.

Ma la reazione dei Crusaders è arrivata troppo tardi, la poca accuratezza e l’indecisione nei momenti critici non gli hanno permesso di avvantaggiarsi di quelle poche opportunità che si erano creati. La partita si è conclusa al 86’ e di possibilità ce ne sono state diverse, ma l’ultima parola l’ha avuta il Westpac Stadium, dove gli Hurricanes restano ancora imbattuti dai rivali Crusaders.

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