Inghilterra-All Blacks: la personalità per fare la differenza a Twickenham
Quando pensiamo ad un mediano di mischia, quali aggettivi saltano subito in mente?
Vispo, supponente, molto esplicito, specie alle orecchie di un arbitro.
Guardando alla sfida titanica tra Inghilterra e Nuova Zelanda a Twickenham di questo sabato, ci sono molti aspetti fondamentali su cui concentrarsi per poter interpretare al meglio la partita. Uno fra tutti riguarda le individualità dei giocatori e come queste possano contribuire e influenzare il corso di una gara così importante; ovviamente si pensa alle individualità più particolari quelle che, per loro stessa natura estroversa, emergono e si impongono fra tutte le altre, capaci di fare la differenza nei momenti di alta tensione. Sono le personalità dei numeri nove, i registi non sempre amati (o compresi) di una partita di rugby.
Aaron Smith è l’archetipo del mediano di mischia. Sempre vivace, detta il gioco con un ritmo serrato e fulmineo, racconta la storia della partita proprio mentre questa è in corso di svolgimento, ragguaglia i compagni e indica loro le proprie posizioni in campo. Onnipresente in ogni punto d’incontro. Quasi una vera seccatura.
Ben Youngs è al contrario un giocatore più calmo e riflessivo. Assomiglia più ad un leader vero e proprio, capace di adempiere ai suoi compiti specifici e allo stesso tempo guidare la partita in modo superbo con passaggi accurati, calci intelligenti e aprendo varchi nella difesa avversaria. L’Inghilterra tende a giocare nelle giuste parti del campo e con il corretto timing quando Ben Youngs veste la maglia da titolare. Al contrario, Danny Care, che sabato partirà dalla panchina, nella personalità di gioco ricorda più il neozelandese Smith: veloce e capace di creare opportunità dal nulla.
L’Inghilterra si ritroverà dunque a rincorrere ombre se lascerà Aaron Smith gestire palloni veloci dai punti d’incontro verso una linea arretrata efficace e capace di tenere il possesso a ritmi elevati.
Tutto ciò è stato però messo in discussione recentemente, quando il Sud Africa di Rassie Erasmus ha vinto a Wellington lo scorso settembre. La difesa degli Springboks era così veloce da rallentare ogni pallone neozelandese, costringendo i tuttoneri anche ad arretrare di alcuni metri in diverse fasi. Smith non ha trovato niente del tipico momentum con cui è abituato a lavorare.
Dunque, se l’Inghilterra riuscirà a mettere il mediano più forte del mondo nella condizione di dover scavare per il pallone, creandogli così un ritardo di 3-4 secondi, diverso dal solito servizio fulmineo, allora avrà ottime possibilità di imporsi.
Giocare contro l’Inghilterra a Twickenham è una sfida difficile per tutti.
Sugli spalti riecheggerà, sin da subito, “Swing Low, Sweet Chariot” così forte che nessun All Black avrà la minima idea di che cosa stia dicendo il compagno accanto. Un atmosfera intimidente ispirerà l’Inghilterra che ha perso solo una volta in casa negli ultimi tre anni.
Nonostante gli infortuni, gli inglesi hanno ottime possibilità di trovare ciò che serve per battere i campioni del mondo. Sono capaci di usare l’energia dello stadio di casa, di sfruttare ogni occasione e lentamente mettere pressione sugli avversari portandoli fino al punto di cedimento.
Oltre ad una sfida titanica, sarà inoltre un test di leadership che determinerà se Kieran Read ha le abilità e quella personalità forte necessaria a guidare il suo team in un ambiente che gli sarà molto ostile: restare calmi, nei momenti in cui l’Inghilterra dominerà, sarà decisivo per il corso della gara. Si tratta sempre di fare le cose giuste al momento giusto.