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Wallabies: il legame fraterno tra To'omua e il giovane Petaia

Jordan Petaia e Matt To’omua si conoscono da quando erano piccoli, o meglio da quando l’astro nascente dei Queensland Reds Jordan aveva tre anni ed era così piccolo da arrivare solo alle ginocchia di Matt, ma già così forte da cercare lo scontro fisico diretto ad ogni occasione.

Ci sono ben dieci anni di differenza tra i due giocatori, dunque nessuno si sarebbe mai aspettato di vederli un giorno far parte dello stesso team, specie quello ambitissimo della nazionale australiana.

“Ricordo che Jordan era molto piccolo ma non aveva mai alcuna paura di giocare con me tanto che cercava continuamente lo scontro fisico, io invece di paura di fargli male ne avevo eccome” ride To’omua, durante una conferenza stampa prima di partire per l'Italia.

“Era sempre iperattivo con un’irrefrenabile voglia di giocare insieme a me e a mio fratello maggiore, abbiamo capito subito che era un bambino molto coraggioso”.

Il legame tra Petaia e To’omua nasce dall’amicizia tra i rispettivi padri, i quali si conoscono da una vita e trascorrono ancora molto tempo insieme.

Entrambi i ragazzi sono nati a Melbourne e hanno frequentato le scuole a Brisbane, anche se Matt si era già diplomato da un bel pezzo alla Brisbane State High -ed era già un giocatore professionista pronto al debutto contro gli All Blacks con la maglia n10- quando il piccolo Jordan ha iniziato il liceo nel 2013.

Petaia è cresciuto giocando a rugby League idolatrando un certo Israel Folau, lo stesso con cui adesso si ritrova in allenamento, il cui debutto in NRL è avvenuto quando Jordan aveva solo otto anni.

É stato solo al secondo anno di liceo che la passione e dedizione per il rugby sono diventate il fulcro della sua vita. La scelta di orientarsi verso questo sport e tutto il lavoro duro iniziato sin da giovane si sono rivelati la scelta giusta per Jordan, che non ha tardato a raccoglierne i frutti.

Petaia oggi si trova nella fortunata posizione di poter conquistare il primo cap in maglia gialla nel test contro l’Italia, in programma per questo sabato a Padova. Diventerebbe così il terzo australiano più giovane a debuttare in un test, con l’occasione magnifica di poter finalmente giocare accanto ad uno dei suoi più vecchi amici.

Il 18enne vanta già alla spalle un brillante debutto nel Super Rugby e To’omua questo se l’era sempre aspettato. “Andavo sempre a vederlo giocare a rugby League quando era piccolo e sapevo che sarebbe arrivato da qualche parte prima o poi. Ma non avrei mai pensato che i nostri cammini si sarebbero incrociati anche sul campo da rugby”.

Ma quando sei un giovane di talento e dedito alla pratica quotidiana, tutto si muove velocemente e dal titolo di più giovane debuttante in Super Rugby per i Queensland Reds, ad un solo anno dal diploma, al vertice della classifica mete in NRC passano soltanto pochi mesi.

Nonostante gli ottimi traguardi raggiunti nel 2018, Jordan non si aspettava di trovarsi su un aereo diretto in Europa a novembre.

Stava andando alle Fiji dove avrebbe disputato una partita con i Queensland Reds quando ha ricevuto la chiamata del manager dei Wallabies Pat Molihan con la notizia della convocazione in nazionale.

Il tempo per metabolizzare la notizia, fare cambio di rotta e avvertire i genitori era pochissimo, così ha solo potuto mandare un veloce messaggio a casa prima di dividersi dai compagni di club e salire sul primo volo per l’Europa.

“Stavamo proprio per imbarcarci sul volo per le Fiji quando ho avuto la notizia, perciò ho pensato subito che la cosa migliore da fare era scrivere a mio padre. A casa erano tutti felicissimi per me”.

Per come stanno le cose, i genitori di Jordan Petaia potrebbero provare una gioia ancora più grande se il figlio riuscisse a debuttare al suo primo Test internazionale questo weekend, ad una così giovane età, e soprattutto al fianco dell’amico di una vita.

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