Galles - Inghilterra: la battaglia
Ci siamo, il match etichettato ormai da media e tifosi come "Il Grand Slam Decider" è a poche ore da qui.
Domani l’Inghilterra affronterà il Galles a Cardiff consapevole della propria posizione di vantaggio che la vede in cima alla classifica del Guinness Sei Nazioni 2019, protagonista del torneo e infervorata da un ottimo momentum.
Dopo l’opening round vittorioso a Dublino e la demolizione della Francia, è facile pensare che il Grand Slam sia ormai degli inglesi.
Anche il Galles è imbattuto nel torneo ma le vittorie sulla Francia e sull’Italia non hanno scatenato lo stesso clamore e non sono state certo della stessa fattura di quelle inglesi.
La storia però è dalla parte dei padroni di casa: dalla Seconda Guerra Mondiale, il Galles ha battuto l’Inghilterra l’ultimo anno di ogni decade dal 1949 (9-3) fino al trionfo 23-15 di dieci anni fa.
La battaglia.
Il breakdown è un’area dove di solito il Galles domina senza troppi problemi. Tuttavia con Sam Warburton forzato al ritiro e Tom Curry con la maglia inglese numero sette cucita addosso, questo è un aspetto che non può essere più sottovalutato.
Il Galles dovrà quindi imporsi sin da subito al Principality Stadium, infastidendo gli avversari e cercando di rompere il loro gioco: rallentare l’opposizione che attacca, vincere i turnover e creare da lì le piattaforme da cui può ripartire la mediana.
Ma se sarà l’Inghilterra, invece, a dominare nel breakdown allora sarà tutto in discesa per giocatori come Owen Farrell, Henry Slade, Elliot Daly e George Ford, che con facilità controlleranno il match e detteranno il ritmo.
La rimessa laterale gallese non ha funzionato molto bene nel torneo e sarà proprio lì che gli inglesi cercheranno di andare a mettere pressione. Se gli ospiti riusciranno a rompere il gioco di Ken Owens in touche allora per i padroni di casa diventerà difficile costruire un abbrivio.
Infine, se il Galles vuole vincere dovrà tenere d’occhio Jonny May, specie all’inizio. L’ala di Leicester Tigers ha segnato cinque mete negli ultimi tre tests e tutte entro i primi due minuti di gioco. Il suo diretto avversario di domani, Josh Adams, non è altrettanto prolifico ma è cruciale nel game plan gallese, specie per la sua grande capacità di salvare le mete.
Eddie Jones ha pensato bene di cominciare a mettere pressione sul Galles già da inizio settimana, descrivendo la partita come "l’incontro più importante del torneo e della vita dei giocatori gallesi, i quali entreranno nella storia".
Questa dichiarazione ha del vero: per sconfiggere questa Inghilterra, il Galles dovrà mettere in campo la prestazione migliore della sua storia recente.
La striscia di 11 vittorie consecutive del Galles non è disseminata di momenti brillanti, bensì è piena di conquiste strappate con coraggio e ferocia come quelle su Australia e Sud Africa in autunno, Francia e Italia questo mese. Vincere è un’abitudine e, come ha detto Gatland dopo il match a Parigi, “questa è una squadra che non ha idea di cosa vuol dire essere battuta”.
L’ulima volta che il Galles ha vinto 11 volte di fila è stata proprio l’Inghilterra a fermarlo, 119 anni fa.