top of page

Cambiare identità e rinnovare l'immagine, i Crusaders sono pronti al cambiamento?


Alcune cose sono più importanti dello sport.

Questo è il messaggio di Steve Tew, Chief Executive del New Zeland Rugby, indirizzato a tutti i neozelandesi e a tutti gli appassionati di rugby, dopo l’attacco terroristico del 15 marzo scorso che ha colpito la comunità musulmana di Christchurch e ha scosso l’intera nazione.

In seguito ai tragici fatti di marzo che hanno segnato nel profondo l’intera popolazione neozelandese, una comunità da sempre multietnica ma coesa ed accogliente, l’amministrazione del New Zeland Rugby si è resa conto che la denominazione del team dei Crusaders (crociati in italiano) possa essere considerata offensiva nei confronti dell’ampia comunità musulmana, ma in generale dell’intera popolazione, data l’associazione di quel nome all’immagine dei soldati disposti ad impugnare la spada al servizio della Chiesa cattolica, così come alle atrocità e ai crimini perpetrati durante le guerre religiose promosse dalla Chiesa durante l’XI e il XIII secolo.

La sparatoria, avvenuta il 15 marzo a Christchurch, è stata innescata da intolleranza religiosa e razziale, un attacco mirato alla comunità musulmana.

Alla luce dei fatti, è comprensibile come la Nuova Zelanda sia diventata immediatamente più sensibile a qualsiasi tipo di allusione discriminatoria che era stata, fino a quel giorno, ignorata.

Al prossimo match dei Crusaders, che avrà luogo in casa, il solito logo del club raffigurante il crociato a cavallo che brandisce la spada non sarà presente, affinché nulla di cattivo gusto possa rovinare l’evento.

Gli ultimi commenti di Tew sull’argomento indicano che l’assenza di questo logo potrebbe diventare permanente.

“Ci stiamo muovendo per trovare alcune possibili soluzioni, ovvero tenere il nome crusaders ma cambiare immagine oppure rinnovare completamente tutto, immagine e nome” a confermato Tew ai media ieri.

“Dal nostro punto di vista, l’immagine corrente del club di Christchurch e il nome non sono più sostenibili considerata l’associazione ai crociati religiosi. Perciò d’ora in poi questa opzione non sarà più presa in considerazione”.

Sebbene la decisione sia già stata presa, e comunque non sia in nessuno modo possibile sottovalutare l’importanza del punto di vista della comunità sulla faccenda, resta ancora da scoprire come reagiranno i Crusaders in campo.

La denominazione ‘crusaders’ esiste ormai da 23 anni. Nonostante i fans di vecchia data si identifichino di più con i club della provincia, un’intera generazione di appassionati di rugby e di giocatori è cresciuta supportando la franchigia dei Crusaders.

A livello mondiale, i Crusaders sono conosciuti per essere un club di successo: in 23 anni di Super Rugby i Crusaders non sono arrivati ai playoff soltanto tre volte. Il club di Christchurch ha vinto il torneo nove volte, sei in più dei loro vicini rivali di Auckland, i Blues. Un incredibile team dall’assoluto successo costruito con cura in 23 anni di storia.

Qualsiasi scelta prenderà il club dei Crusadera insieme all’amministrazione del New Zeland Rugby, questa comporterà una totale riorganizzazione della franchigia.

Non si tratterà di una semplice modifica del logo ma di un cambiamento completo dell’identità del team.

I Crusaders si sono formati nell’humus di una cultura di successo, la vittoria gli scorre nelle vene. E’ questa cultura vincente, insieme ad un incredibile dedizione verso il loro nome, attaccamento verso il loro stile, a rendere i Crusaders quelli che sono.

Andare ad assistere ad una partita all’AMI Stadium, guardare una serie di uomini a cavallo, con indosso una croce dipinta sugli abiti, che corrono su e giù lungo le linee di touche mentre dagli speakers rimbomba “Conquest of Paradise” di Vangelis: se c’è un club in Nuova Zelanda che rispecchia esattamente l’identità del proprio brand quello è decisamente il team dei Crusaders.

Dunque se verrà totalmente rinnovata l’immagine del club, saranno capaci i Crusaders a mantenere la loro cultura vincete? Sembra quasi ridicolo pensare che cambiare nome o logo possa avere un impatto negativo sull’andamento del club, ma perdere un’identità, formata così meticolosamente intorno al successo, potrebbe seriamente portare il club in un vicolo cieco.

E’ anche una questione di percezione, di come gli avversari vedono i Crusaders e di come quest’ultimi vedono loro stessi. Fare una trasferta a Christchurch per giocare contro quella inarrestabile forza dei Crusaders è sempre stata una missione dura e quasi spaventosa. Potrà un nuovo nome provocare lo stesso sconvolgimento, la stessa tensione, nei cuori degli avversari?

A volte ci sono diversi fattori che influenzano le performance di un team.

In questo momento, i Crusaders sono il team migliore del Super Rugby, e lo sono stati per la maggior parte degli ultimi due decenni. Togli loro il nome, l’identità, e quella radicata cultura vincente potrebbe sparire.

Tuttavia, è importante che questo cambiamento venga fatto. Ci sono cose che sono molto più grandi ed importanti del rugby. Cambiare l’identità costruita in 23 anni di storia avrà certamente un impatto nel futuro della franchigia, ma se esiste un club capace di superare un cambiamento simile e capace di ricostruirsi dopo una grande tragedia quello è proprio il club dei Crusaders.

Post recenti
bottom of page