Andrea Moretti è concentrato nel valorizzare il potenziale del pack delle Zebre Rugby
"L'obiettivo è mantenere l'ottimo fatto svolto sin qui e migliorare in termini di consistenza e precisione nei momenti chiave della partita".
Ancora due giorni di tempo al ritorno del Guinness PRO14! Zebre e BenettonRugby apriranno e chiuderanno rispettivamente il 14° ed il 15° turno del torneo, scendendo in campo venerdì 21 agosto a Treviso e domenica 30 agosto a Parma.
Entrambe le sfide saranno trasmesse in diretta su Dazn alle ore 20:00.
E’ stata un’estate diversa dal solito quella che ha accompagnato la rosa di atleti multicolor a questo doppio confronto con i Leoni. Dopo aver sospeso gli allenamenti collettivi lo scorso marzo, i giocatori della franchigia federale sono infatti tornati a lavoro alla Cittadella del Rugby di Parma a maggio, con l’obiettivo di ritrovare lo stato di forma fisica ottimale per affrontare al meglio le due gare ufficiali di fine agosto.
Tra i tecnici che hanno seguito con particolare attenzione le varie fasi di questa lunga preparazione estiva c’è sicuramente Andrea Moretti, neo allenatore della mischia delle Zebre Rugby a partire da quest’anno.
Già allenatore degli avanti del Rugby Viadana tra il 2008 ed il 2010 e degli Aironi nel 2010/11, l’ex n° 2 della nazionale italiana è entrato a far parte dello staff tecnico multicolor in compagnia del nuovo allenatore dei trequarti Franco Roselli con cui, tra il 2015 ed il 2020, il 13 volte Azzurro ha condiviso un’ottima esperienza di gestione tecnica dell’Accademia Nazionale “Ivan Francescato” prima e della Nazionale U20 poi.
Entrambi hanno dunque ritrovato a Parma tantissimi giocatori cresciuti negli anni delle giovanili proprio sotto la loro attenta supervisione.
Arrivi a Parma insieme a Fabio Roselli con cui lavori da diversi anni e ritrovi alle Zebre tanti giocatori cresciuti in Accademia e in Nazionale U20 sotto la tua guida. Com’è stato l’inserimento nello staff tecnico e che accoglienza hai trovato al club? “Molto buona, anche perché gli anni passati abbiamo avuto modo con la Nazionale U20 di fare degli allenamenti contrapposti con le Zebre e in quelle occasioni ho avuto modo di conoscere Mike e gli altri componenti del club. In società ho trovato una splendida accoglienza, Mike poi ci tiene che sia io che Fabio dessimo il nostro contributo e approfittassimo di questa grande opportunità per esprimere le nostre idee, ovviamente condivise con lui che è l’head coach”.
Dopo cinque anni alla guida dei giovani dell’Accademia e della Nazionale U20, che sensazione è stata tornare ad allenare una squadra seniores del livello delle Zebre? “Io avevo già allenato gli avanti degli Aironi prima di ricevere questa grande opportunità di lavorare nella formazione dei ragazzi. E’ stata un’esperienza che mi ha aiutato molto nella crescita, nel mio modo di allenare e di essere in campo. Tornare ad allenare una squadra seniores è uno stimolo in più che mi ha portato ad avere un approccio più maturo e completo rispetto a qualche anno fa”.
Statistiche di Opta alla mano, le Zebre prima dello stop avevano il pack più performante del torneo in quanto a ingaggi vinti in mischia (98 % con 2 mischie perse su 82 introduzioni) ed erano seconde per ciò che riguarda i lanci in touche conquistati (89 %). Come hai trovato i tuoi avanti a maggio e quale pensi che sia il principale punto di forza del pack che alleni? “Nella passata stagione era stato fatto un ottimo lavoro sia da Carlo Orlandi che dai giocatori e le percentuali sulle fasi di conquista lo dimostrano. Secondo questi dati, il pack delle Zebre è in media con quello delle migliori squadre del torneo, ma se poi andiamo ad estrapolare le statistiche nella conquista delle rimesse laterali vediamo che ci sono alcune zone del campo, come nei 22 avversari, dove dobbiamo trovare un po' più di continuità e di consistenza. L’obiettivo è quello di mantenere l’ottimo lavoro fatto in precedenza e migliorarlo in termini di consistenza e di precisione nei momenti della partita in cui dobbiamo dare quel qualcosa di più”.
Alla luce delle ottime performance mostrate in campo quest’anno dagli avanti multicolor, senti qualche tipo di pressione ora che ci avviciniamo al primo vero test con il Benetton Rugby? “Pressione no, grandi stimoli sì e sta a noi allenatori trasformarli in energia positiva attraverso il lavoro che si ogni settimana e la preparazione delle partite. Facciamo in modo che i ragazzi arrivino al giorno gara nel miglior modo possibile”.
Che partita sarà quella di venerdì con i Leoni e che Zebre ti aspetti? “Sarà una partita particolare perché l’ultima gara ufficiale risale a circa sei mesi fa. Bisognerà capire quanto velocemente i ragazzi possono ritrovare l’attitudine e la velocità con la quale si gioca il rugby moderno. Probabilmente all’inizio si farà un po' di fatica, ma fa parte del percorso post covid”.
La maggior parte degli avanti delle Zebre è in squadra già da diverse stagioni e ha recentemente rinnovato il proprio contratto per il futuro, legandosi ulteriormente alla franchigia federale. Quanto è importante per voi allenatori lavorare con continuità con un gruppo consolidato di atleti? “Innanzitutto il fatto che abbiano rinnovato e avuto l’opportunità di continuare l’esperienza alle Zebre è indice che sono giocatori che hanno lavorato bene e meritato questa opportunità. Vero è che per noi allenatori poter continuare a lavorare con uno zoccolo duro di giocatori è un beneficio che vale la pena sfruttare”.
La mischia delle Zebre è composta da molti giovani giocatori, alcuni dei quali hanno anche debuttato in Azzurro. Quali sono, nei tuoi piani, i prossimi step di crescita per questi giovani emergenti? “Il mio obiettivo personale è quello di riuscire a preparare al meglio i giocatori affinché si guadagnino l’opportunità di debuttare in Nazionale. Chi ha già esordito in Azzurro dovrà dimostrare di continuare a meritare di indossare quella maglia, mentre chi ancora non l’ha fatto dovrà lavorare per non smettere di alimentare il suo sogno. Il mio compito, in ogni caso, è quello di fare in modo che i ragazzi possano raggiungere i loro traguardi sportivi”.
Parlando della mischia, ci sono tantissimi atleti passati recentemente dalla Nazionale U20 che stanno facendo un ottimo lavoro dopo un periodo di esperienza in PRO14. Qual è il segreto di questo rapido passo in avanti rispetto al recente passato? “Innanzitutto è il sistema che ha fatto crescere questi ragazzi prima in Accademia e poi in U20 che comincia a dare i suoi frutti, ma grande merito va riconosciuto al senso del lavoro e alla dedizione di questi giovani giocatori. La loro serietà, disponibilità, attitudine e voglia di emergere è qualcosa che negli ultimi anni è aumentata e che non può che far bene alle due franchigie. Segreti non ce ne sono in realtà, c’è la determinazione e la volontà di perseguire il proprio sogno e di farlo col giusto atteggiamento”.
Con tanta competizione interna quali saranno i fattori che decideranno le scelte dello staff tecnico per selezionare i 23 protagonisti della lista gara? “E’ proprio la competizione, che deve essere sana e basata su dei principi ben chiari, come l’aspetto fisico, la capacità di eseguire gesti tecnici e di farsi trovare sempre pronti dal punto di vista fisico e mentale. Più i giocatori saranno in competizione su questi aspetti e più sarà un mal di testa per noi allenatori decidere chi inserire in lista gara, ma soprattutto sarà una testimonianza che stiamo lavorando bene e procedendo tutti insieme nella direzione giusta”.
Quest’estate abbiamo visto tanto fitness e tanta tecnica individuale, anche per gli avanti, sempre più protagonisti nel gioco aperto e propositivo impostato da coach Bradley. Che tipo di Zebre dobbiamo aspettarci in questa stagione? “Il DNA delle Zebre è abbastanza chiaro e ben marcato. Sono una squadra che gioca un rugby veloce in tutte le parti del campo e che vuole imporre il proprio gioco in attacco. La tecnica individuale e la capacità degli avanti e dei trequarti di saper interpretare le varie situazioni di gioco è fondamentale. Più i palloni escono velocemente dai punti di incontro e più opportunità avremo per fare la differenza; il rugby moderno è così”.
fonte@ZebreRugby
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