Zebre, Andrea De Rossi: "Abbiamo tanta voglia di ricominciare. Tanta qualità nei giovani italiani"
Questo martedì le Zebre Rugby si sono ritrovate alla Cittadella del Rugby di Parma per l’inizio della stagione 2020/21, la nona in campionato celtico e nel circuito delle coppe europee.
In attesa di conoscere il calendario ufficiale del Guinness PRO14 2020/21, al via secondo le ultime indicazioni del comitato organizzatore del torneo nel primo fine settimana di ottobre, gli atleti della rosa della franchigia federale sono tornati a lavoro sui campi e nelle strutture del centro sportivo d’eccellenza in gestione alla Federazione Italiana Rugby.
Anche per questa settimana, il ritorno in campo è stato preceduto dallo svolgimento dei test sierologici, consueto appuntamento di verifica che il club di base a Parma osserva per tutelare e garantire la sicurezza sanitaria di tutti i tesserati ed i collaboratori dell’area sportiva della società.
A partire dalla prossima settimana lo staff tecnico presieduto dall’Irlandese Michael Bradley potrà inoltre riabbracciare i 15 giocatori della rosa allargata della franchigia federale convocati dal ct Azzurro Franco Smith per il secondo raduno stagionale della nazionale italiana che negli ultimi due fine settimana di ottobre recupererà il 4° ed il 5° turno del Sei Nazioni 2020 con l’Irlanda a Dublino e l’Inghilterra a Roma.
Complessivamente, sono 42 gli atleti iscritti in rosa per la stagione 2020/21. A questi si aggiungono 5 permit players provenienti dal massimo campionato italiano; si tratta dei tre Calvini Riccardo Brugnara, Federico Mori e Jacopo Trulla e dei due ex Azzurrini delle Fiamme Oro Rugby Alessandro Fusco e Cristian Stoian.
Ha tracciato un bilancio sulla stagione 2019/20 -conclusasi con 5 vittorie e 2 pareggi tra PRO14 e Challenge Cup- e parlato dell’imminente nuova annata sportiva il team manager dello Zebre Rugby Club Andrea De Rossi, ex terza linea e capitano dell’Italia con cui vanta 34 caps tra il 1999 ed il 2004.
Qual è il tuo punto di vista sui due derby di fine agosto col Benetton Rugby? Che Zebre hai visto in campo? “Sono state due belle partite, ma soprattutto due sfide vere! Sia noi che il Benetton Rugby siamo arrivati con molti dubbi ed infortuni ed eravamo un po' spaventati per questo primo contatto di fine stagione, però fortunatamente tutto è andato bene. Abbiamo seguito molte linee guida e applicato il famoso buon senso, oltre che il rispetto delle regole, per permettere il regolare svolgimento dei due derby e credo che il messaggio passato sia positivo, di ripresa del rugby giocato, che era la cosa che tutti quanti aspettavamo con ansia. Sono state due gare irrilevanti ai fini della classifica, ma di un fascino tutto loro, trattandosi dei due derby tra le due franchigie che insieme rappresentato la quasi totalità della nazionale. In tribuna c’era anche lo staff tecnico Azzurro per cui tutti i giocatori in campo volevano farsi trovare pronti a questo doppio appuntamento”.
Come giudichi il livello di gioco e di intensità espresso dalle due franchigie italiane alla luce delle altre partite del PRO14 e della Premiership inglese? “Abbiamo avuto un tempo effettivo di gioco abbastanza basso ed un ritmo abbastanza spezzettato, complice un po' di ruggine nei meccanismi di gioco. Sia le Zebre che il Benetton Rugby andavano un po' a sprazzi, ma questo è dovuto sicuramente alla lunga pausa che abbiamo dovuto osservare prima del ritorno in campo. Le squadre straniere hanno certamente qualcosa in più, oltre che una rosa più ampia, ma il ritmo ed il livello che ho visto nelle altre partite non mi è sembrato tanto più alto. Fatta qualche eccezione, siamo in linea con le altre formazioni del torneo”.
Questa settimana le Zebre sono tornate ad allenarsi in vista della stagione 2020/21. Che aria si respira in spogliatoio e quali sono le aspettative per quest’anno? “Abbiamo tanta voglia di ricominciare e stiamo iniziando a scaldare i motori. Lo staff tecnico sta facendo le prime prove vere della squadra in vista del nuovo avvio di stagione. C’è un bell’ambiente, con tanti giovani che conosciamo che provengono dall’Accademia prima e dal massimo campionato italiano poi: è il percorso di crescita previsto dalla Federazione Italiana Rugby”.
Che valore possono dare a tutto il gruppo questi atleti così promettenti? “Io credo che mai come quest’anno ci sia tanta qualità negli italiani. Ovvio che le cose non vengono per caso e penso che finalmente il lavoro svolto nelle accademie e nei club del massimo campionato italiano stia ripagando e dando i suoi frutti”.
Lo staff tecnico ha poi potuto accogliere Fabio Roselli ed Andrea Moretti come nuovi assistenti allenatori. Entrambi provengono da un’ottima esperienza di gestione tecnica della Nazionale U20 e ritrovano alle Zebre tantissimi giocatori allenati ai tempi dell’U20 tra Accademia e Nazionale. Come si sono inseriti in squadra e su quali dettagli stanno lavorando con i rispettivi reparti in questa nuova fase di inizio di stagione? “Roselli è una vecchia conoscenza, essendo già passato dalle Zebre, mentre Andrea lo conoscevamo un po' meno, ma devo dire che entrare nello staff con Bradley è estremamente facile. Chi lavora con Michael è fortunato perché un capo allenatore che sa gestire le persone e la squadra. Roselli e Moretti hanno poi allenato in passato la maggior parte dei giocatori della rosa delle Zebre quando erano in U20, per cui il loro inserimento è stato molto semplice e naturale. Lo stesso “passaggio di consegne” di Orlandi e Troncon è avvenuto in modo più che positivo e non ha visto grossi stravolgimenti nel piano di gioco. Insomma, la direzione è la stessa di prima, bisogna continuare ad andare avanti, credere e lavorare sui giovani”.
Come avverrà la gestione dei giocatori nazionali ad ottobre e novembre, periodo in cui verranno recuperati gli ultimi due turni del Sei Nazioni 2020 e in cui si svolgeranno i test match autunnali? “L’ingresso dei permit player assicura un certo equilibrio e profondità alla rosa. In assenza di grossi infortuni, non prevedo problemi di gestione dei giocatori nel periodo in cui i nostri nazionali saranno assenti per via degli impegni con l’Italia”.
A dicembre prenderà invece il via la Challenge Cup nel suo nuovo format con un girone unico da 14 squadre. Non conosciamo ancora gli accoppiamenti tra i club, ma sappiamo che le Zebre potranno contare per l’occasione sui propri nazionali in rosa. Questo garantirà una certa profondità e qualità in rosa.. “Dover far a meno di molti nostri atleti nella finestra delle partite di coppa era sicuramente un grosso campanello d’allarme. Fortunatamente quest’anno non sarà così ed è un aspetto che ci offre un bel vantaggio, oltre che la possibilità di competere anche in Europa per poter puntare ad uno storico passaggio di turno”.
Come supporti la crescita dei permit player quando sono autori di ottime prestazioni, salvo poi trovare poco minutaggio nelle successive convocazioni? “I permit player fanno parte di un percorso naturale di uno o due anni che li vede accumulare minuti e presenze con le due franchigie italiane, mettendosi in mostra in attesa dell’inserimento in pianta stabile in rosa. Si tratta di un processo di crescita che va fatto con gradualità, intelligenza e buon senso perché sono giovani giocatori che vanno utilizzati e gestiti per far respirare loro gli standard dell’alto livello che le Zebre rappresentano”.
Come ti stai trovando in queste prime settimane di lavoro al fianco di George Biagi? “Biagi è licenziato! Scherzi a parte, George è un ragazzo che entra nell’organigramma societario in automatico. E’ un leader naturale, oltre che una persona molto intelligente che ha studiato e ha cognizione di quello che è il rugby oggigiorno. Sono contento di averlo al fianco e mi sta dando un grosso supporto nel gestire lo spogliatoio, soprattutto nei rapporti con i giocatori stranieri, parlando lui un inglese impeccabile”.
fonte@ZebreRugby
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