Risvegli: la resilienza di Benetton e Zebre
Le due franchigie italiane motivate a vincere.
Benetton Treviso. Nonostante la totale assenza di punti a Bath, il XV di Crowley ha retto bene il campo inglese ed ha esercitato una buona pressione, almeno nei primi minuti della sfida, su una squadra che occupa il quinto posto in Premiership. La corazzata inglese, capace di vincere su Leinster in trasferta e contro gli onnipotenti Saracens in casa, ha comunque prevalso sui veneti che non sono riusciti a rendersi davvero pericolosi, chiudendo cosi il primo tempo già avanti per 13-0.
Comunque i numeri di questa prima gara sono a favore dei Leoni e rispecchiano i miglioramenti del team che, seppure sensibili, non mancano mai di svelarsi, partita dopo partita.
68% in possesso e territorio
391 metri percorsi
163 carries
23 difensori battuti
8 mischie vinte su 8 di propria introduzione
Il palcoscenico sul quale si affaccia Benetton quest'anno non è dei più facili: la Champions Cup è un altro mondo, dove competizione e velocità di gioco sono spinti al massimo livello, ed il pubblico europeo è ben abituato ad assistere ad un certo tipo di spettacolo con i giganti del rugby inglese, francese e celtico. Come già detto, la squadra è migliorata parecchio rispetto allo scorso anno ed ormai sembra essersi spogliata (cosi come la franchigia di Parma) dei panni di squadra cuscinetto per vestire quelli più stimolanti di un protagonista scomodo e a tratti molto pericoloso, capace di sapersi difendere dai più grandi, di contenerne la forza offensiva e infine di poter assicurarsi quantomeno un posto in un contesto così arduo.
Ad ogni gara è possibile notare come la condizione fisica dei Leoni progredisca sempre di più e così anche quella mentale. Il piano filosofico sul quale sta agendo lo staff tecnico biancoverde punta alla durezza mentale dei propri uomini, fornendo loro gli strumenti giusti per allenare anche la mente a vincere. I risultati si sono già visti nei primi sei incontri di Pro14: i Leoni ne hanno vinti 3 di cui due vittorie consecutive, e la continuità nelle prestazioni è da sempre un dato molto importante nella crescita di un team. Reagire al momento giusto, controllare la pressione esterna e gestire l'errore senza farsi sopraffare dagli eventi, tutto ciò senza sottovalutarsi, sono alcuni dei punti chiave del grande lavoro di coach Crowley.
Zebre Rugby. "Non siamo stati concreti" ha dichiarato coach Bradley dopo la sconfitta dei suoi ad Agen. Nella sfida contro il XV francese, da poco entrato a far parte del Top14, i ducali hanno peccato molto in attacco, perdendo molti palloni e facendo sorgere qualche dubbio sul game plan adottato che comunque fino ad ora si era dimostrato efficace. "Noi dobbiamo muovere la palla in ogni caso, usando il piede con discrezione." Questo è il piano che vuole portare avanti il coach bianconero ma perché ciò avvenga con continuità, e con risultati positivi, serve innanzitutto tempo e grandi capacità di saper gestire il pallone anche sotto pressione, poi affiatamento e minuti giocati insieme da parte di tutta la rosa. Per la trasferta francese il XV bianconero si componeva di numerose forze fresche, giocatori con meno minuti di gioco sulle gambe rispetto a chi fino ad ora ha giocato molto di più, rappresentando ormai quasi una sicurezza in campo. Servirebbe forse un pò di alternanza per non sovraccaricare alcuni elementi chiave, gli stessi che poi saranno impegnati ai raduni con la Nazionale già per la fine di ottobre.
Credere in se stessi e nelle proprie capacità spiana la strada verso gli obiettivi che si vogliono raggiungere ma alla base di questa fiducia ci sta un lento e metodico lavoro quotidiano, fatto di piccoli passi e piccole conquiste. Ripensando agli ultimi incontri di Pro14 delle Zebre, appare evidente come il mindset di tutti i giocatori sia cambiato in tal senso, e si esprima attraverso il coraggio di affrontare anche le giocate più difficili, senza temere l'errore, e riuscendo quasi sempre a portare a casa ottimi risultati. La vittoria 27-23 dello scorso 30 settembre, che ha interrotto la striscia positiva dell'Ulster, è il segno dell'efficacia di un game plan ben studiato e taylor made che, anche se lentamente, sta portando risultati necessari in attacco e difesa affinché si crei quell'ambiente stimolante nel quale ogni giocatore sia motivato a fare sempre meglio e testarsi nelle sfide più ardue.
Avere voglia di vincere e credere di poterlo fare è il fondamento dello sport d'élite e lo stesso che adesso fa da filo conduttore al movimento rugbystico italiano, dove franchigie e nazionale lavorano insieme per uno scopo unico.